TIME LAPSE

TIME LAPSE

Notizie

di Cristina Pacher

Fotografie: Cristina Pacher

Pinneggiando arriviamo al punto stabilito e inizia la calata. Comincio a essere più sicura tanto da sentire la musica nelle mie orecchie che si decomprimono man mano che vado verso il blu. Scogli, coralli rossi, ricci e stelle marine di vari colori e grandezze ci accolgono. Cerco di giocare col gav per essere meno positiva, risparmiare aria e guadagnare tempo per star giù il più possibile, ma ancora su questo non ci siamo. Vincenzo trilla per attirare la mia attenzione e farmi vedere con i suoi occhi esperti qualcosa che magari a me sfuggirebbe, nonostante la mia avidità di immagini.
Mi attengo alle regole, non tocco niente anche se la curiosità è tanta, ma sott’acqua la gestione dei movimenti e dei sensi è diversa;il tempo si declina diversamente, le mani servono per comunicare.Per alcune specie viventi il tocco umano potrebbe essere letale o viceversa potrebbe creare molti urticosi fastidi a noi bipedi. Pinneggiando tra la moltitudine infinita di pesci variopinti arriviamo al punto più estremo del capo dove le imbarcazioni in superficie rischiano di levigare per bene la chiglia a causa di una secca importante. Sono sotto per la prima volta e non credo ai miei occhi.Ho quasi raggiunto la profondità di brevetto ma non me me frega nulla. Il promontorio che mi ha accompagnato per gran parte della vita è uno spillo rispetto all’immensita’che vedo. Una lastra monolitica di cui non si scorge né l’inizio ne’una fine è li sopra di me, immensa, granitica, imperiosa. Sua maestà il capo la definisce Vincenzo e non avrei trovato definizione migliore. Un iceberg di roccia in cui correnti calde e fredde si mischiano e ti avvolgono, in cui la vita e la morte si scontrano e abbasso lo sguardo perché ancora una volta mi sento davvero piccola davanti alla bellezza del mondo e della mia terra. Si controllano i manometri.5 minuti di rock and roll e poi si deve rientrare. Facciamo in tempo a entrare in una grotta dalle pareti totalmente ricoperte di ricci di mare contrastate dall’ingresso in ghiaietto dalla granulometria sottile e levigata dal colore ambrato con punti madreperlati. Le rocce monolitiche si incastrano e hanno trovato il loro equilibrio. Ritorniamo al punto di partenza. Riaffiorare è sempre uno shock.Gonfio il gav e sto un po’ a fare il morto con il mal di blu che ti piglia da subito. Conto le onde che mi separano dall’esplorazione dei miei abissi e di quelli del mio amato capo, tutto in time lapse. Esplorare con lentezza.

                                     

di Cristina Pacher

Fotografie: Cristina Pacher