Il rischio alluvioni nel comasco al Congresso Internazionale dell’ERSA

Il rischio alluvioni nel comasco al Congresso Internazionale dell’ERSA

Il tema del dissesto idrogeologico nelle aree del comasco è stato tra gli argomenti al centro del 63°
Congresso Internazionale dell’ERSA (European Research Science Association) che si è
recentemente tenuto in Portogallo. Gli ingegneri Massimiliano De Rose, presidente dell’Ordine
degli Ingegneri di Como e Elisabetta Venco, ricercatrice RTD-b in Tecnica e Pianificazione
Urbanistica all’Università di Pavia, hanno presentato la loro ricerca a un gruppo internazionale di
esperti.

Il Congresso dell’ERSA si è tenuto dal 26 al 30 agosto sull’isola di Terceira, Azzorre, Portogallo.
Tema della 63^ edizione è stato: “Dialoghi scientifici regionali per la pace e lo sviluppo
sostenibile”. All’evento hanno partecipato circa 800 addetti ai lavori e rappresentati 61 paesi da
tutto il mondo.

De Rose e Venco hanno presentato alla platea internazionale la loro ricerca: “Rischio alluvioni nella
zona del Lago di Como: impatti economici e sociali per le comunità”. Al fine di studiare la resilienza
del territorio sono stati portati all’attenzione del Congresso i casi reali del comune di Laglio e
soprattutto Blevio, paese colpito negli ultimi anni da eventi particolarmente catastrofici.

“La società dovrebbe investire nella resilienza territoriale, cioè la capacità di assorbire eventi
alluvionali anche di grande intensità – spiega Massimiliano De Rose – E dovrebbe investire con
lungimiranza, puntando sui metodi più efficienti, che sono quelli legati alla prevenzione. Il
processo di crescita della resilienza è lungo e, evidentemente, durante questo lasso di tempo non
si possono tralasciare gli interventi di gestione dell’emergenza e di cura. Ma l’obiettivo della
programmazione deve essere quello di pianificare attentamente uno spostamento progressivo
degli investimenti dalla cura alla prevenzione”.

La sfida attuale, che vede impegnati congiuntamente i ricercatori, le pubbliche amministrazioni e i
professionisti, è quella di passare dalla gestione post-evento alla gestione pre-evento, come
sottolinea Elisabetta Venco: “La cultura della prevenzione si muove attorno ad alcuni concetti
chiave di buona gestione del territorio e della città: il primo è la coesistenza con il rischio che si
attua con la giusta attenzione ai piani di emergenza comunali, all’informazione e alla formazione
dei cittadini, il secondo è la necessità di perseguire uno sviluppo del territorio compatibile con i
bacini idrici e gli elementi naturali presenti. E’ importante, quindi, rafforzare l’idea di mitigazione
dei rischi attraverso strategie e azioni preventive specifiche che mirino a costruire le capacità
necessarie per gestire in modo efficiente tutti i tipi di emergenze”.

Obiettivi auspicabili anche per il sindaco di Blevio, Alberto Trabucchi: ”Il cambiamento climatico ha
portato a Blevio otto eventi alluvionali per un costo, solo per la risoluzione del rischio immediato,
del doppio di un bilancio annuale. Nell’ultimo secolo non c’è traccia negli archivi di eventi così
numerosi ed intensi. Questo ci deve far riflettere sulla parziale inadeguatezza delle norme esistenti.
Le strade da percorrere a mio parere sono due: norme più snelle e più efficaci per il pronto
intervento, per rispondere al problema contingente, ma anche una programmazione di lungo
periodo di adeguamento e messa in sicurezza del territorio che prenda atto del cambiamento
climatico”.

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