VERSO UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

VERSO UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

Notizie

di Mauro Volontè
Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Como

Il 63° Congresso Nazionale Ingegneri, tenutosi a Roma dal 12 al 14 settembre, ha affrontato come tema la necessità di costruire una Nuova Classe Dirigente.

E’ importante che l’Italia si possa dotare di dirigenti capaci sia di fornire semplici solu­zioni a problemi complessi che di avere un progetto migliorativo per il futuro del Paese.

Nasce il dubbio se le precedenti Classi Dirigenti siano state inadeguate o se non siano più utili.

Non credo che le risposte siano affermative. Il nostro paese ha avuto dirigenti validi, preparati e competenti, che spesso hanno contribuito alle innovazioni e al progresso della società.

Non penso nemmeno che serva una rottamazione; sarebbe sbagliato perdere tutto il capitale umano e intellettuale. Credo che serva partire proprio dalla precedente classe dirigente, non per costruirne una nuova, ma per mutarla e trasformarla.

Ricordando una citazione di Charles Darwin “Non è la più intelligente delle specie quella che sopravvive; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova”, è fisiologico che avvenga questo cambiamento.

Lo insegna la storia.

Anche l’ingegneria e la nostra professione sono sottoposte a stimoli e a cambiamenti molteplici sotto molto aspetti: normativi, tecnologici e di mercato; d’altronde l’ingegnere è per definizione l’innovatore, ovvero colui che con l’ingegno è sempre alla ricerca di nuove idee per far progredire e migliorare la qualità di vita della società.

Appare ,dunque, essenziale che anche il sistema ordinistico debba essere in grado di accompagnare il mutamento sia offrendo agli iscritti servizi con valore aggiunto rispetto al passato, sia diventando un promotore per la crescita nelle singole realtà produttive che compongono il Paese, sia accompagnando le giovani generazioni ad essere competitive nel mercato del lavoro.

Maurizio Ferraris, professore ordinario di filosofia dell’Università degli Studi di Torino, nella Lectio Magistralis introduttiva al Congresso, ha confrontato le caratteristiche delle Classi Dirigenti del passato con quelle attuali sostenendo che “i leader che hanno costituito le classi diri­genti del passato avevano una vita privata radicalmente separata dalla vita pubblica, mentre ora, l’attuale classe dirigente è tutta sui social media. Queste classi dirigenti hanno preso delle decisioni impopolari e si sono assunti la responsabilità di quelle decisioni”.

Ha poi proseguito sostenendo che “La nostra classe dirigente non è strut­turalmente in grado di dirigere e quindi, più correttamente, potrebbe essere definita una classe diretta più che una classe dirigente, perché non ha nessuna delle caratteristiche che contraddistinguevano le classi dirigenti del passato.

Ciò che è richiesto alla nuova classe dirigente, è governare prendendo anche decisioni impopolari finalizzate al perseguimento dell’interesse generale e al benessere della società.

Al contrario prendere delle decisioni popolari, cercando di prendere più consensi possibili, annulla il significato di governo e di dirigenza.

Riscontriamo spesso che chi detiene posizioni di potere, sia in ambito economico che politico, venga selezionato principalmente in base ai tre criteri quali anzianità, istru­zione e genere, a scapito di una valutazione delle capacità individuali. Il criterio principale di selezione di un dirigente dovrebbe essere basato sul merito e sulle reali competenze , invece che sull’esistenza di relazioni interperso­nali o sul ritenere che maggiore grado di anzianità possa essere una condizione direttamente proporzionale di conoscenza.

Secondo l’indagine realizzata dal Centro Studi del CNI, la parole cardine per costruire una “buona” Classe Dirigente è FORMAZIONE , pertanto l’Italia deve investire nella ricerca e nell’innovazione tecnologica.

Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, nella relazione introduttiva ha ribadito che “come Ingegneri non possiamo essere spettatori del cam­biamento, ma dobbiamo e possiamo essere protagonisti di un nuovo ciclo di crescita del Paese. Dobbiamo essere coscienti che la nostra pro­fessione è sottoposta a stimoli e cambiamenti molteplici: normativi, tecnologici e di mercato.

Il tasso di occupazione degli ingegneri è tra i più elevati: a quattro anni dalla laurea è pari al 93,8%, contro una media generale pari all’83,1%. Inoltre, i laureati in ingegneria trovano presto lavoro: 6 mesi contro i 10 degli altri laure­ati. Gli ingegneri dunque, hanno i numeri per candidarsi ad assumere il compito di nuova classe diri­gente”.

Si assiste ad un’inversione di tendenza perchè oggi è la parte politica a chiamare gli Ingegneri per supportare il governo in tutte le discipline tecniche.

Dopo molti anni di assenza ai nostri Congressi da parte della politica, quest’ultima ha deciso di partecipare; erano infatti presenti il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture On. Danilo Toninelli, il Ministro per il Sud Barbara Lezzi, Sottosegretario alla PA ing. Mattia Fantinati, Sottosegretari al Ministero dello Sviluppo Economico ing. Andrea Cioffi e ing. Davide Crippa, Sottosegretario al Ministero della Giustizia Jacopo Morrone.

Proprio il Ministro Toninelli ha avuto un’apertura nei confronti della nostra categoria affermando:

Voi per professione vi trovate nella parte di chi fa e chi realizza le cose, e abbiamo bisogno di voi per il rilancio del Paese. Per questo il mio Ministero sta per lanciare un reclu­tamento straordinario di professio­nisti per controllare, per verificare lo stato delle nostre infrastrutture, a partire da quelle più critiche. In un Paese che ha disperato biso­gno di manutenzione ordinaria, di collegamenti adeguati e di una progettualità che non sia legata all’emergenza”, la concretezza dell’ap­proccio e la competenza tecnica degli ingegneri è fondamentale”.

Per essere protagonisti e costruire una classe dirigente è, però, necessario non scambiare per emergenza ciò che dovrebbe essere la normalità. Occorre essere consapevoli che per costruire ed essere classe dirigente non abbiamo necessità di gratuità.

La politica, dal canto suo, deve alleggerire la burocrazia dei processi di evoluzione mediante una oculata e reale e semplificazione del codice appalti con il compito di combattere la corruzione e ripristinare la legalità e dovrebbe ridurre al minimo la riproposizione o la proliferazione di leggi ridondanti. Ad oggi gli effetti non sono stati quelli attesi, se non complicare ulteriormente la realizzazione delle opera dilatando ulteriormente le tempistiche.

In questo cambiamento cosa può fare un ordine pro­fessionale?

Può essere quel luogo dove gli ingegneri che lavorano all’interno dell’amministrazione, insieme a quelli sussidiari, si confrontano sulle loro opinioni, creandone delle nuove.

Auspico che nell’anno che verrà ci sia un maggior partecipazione all’Ordine e che insieme si possa riuscire a costruire la nostra Nuova Classe Dirigente.

Colgo l’occasione per augurare da parte mia e a nome del Consiglio che ho l’onore di rappresentare, un sereno Natale e un felice anno a tutti.

di Mauro Volontè
Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Como